PRE-BATCH

Il pre-batch

“To be or not to be”

Già, essere o non essere diceva Amleto tenendo in mano un teschio. Oggi, dopo secoli dalla famosa estate del 1600, sui social spuntano altri dubbi amletici. Al di là di esprimere dubbi per ragioni di profonda coscienza, nel mio settore i dubbi vengono spesso sfruttati per trarne vantaggio personale.

Questo articolo, velenoso come le pozioni della Borgia, non ha lo scopo di dare ragione a nessuno né di arrogarsi il diritto di parola. Semplicemente cerca di evidenziare alcuni aspetti terrificanti nel mondo della mixology, enfatizzando comportamenti che ritengo fuorvianti da parte di alcuni rappresentanti.

Vivere in un mondo in cui si può esprimere liberamente il proprio pensiero è un diritto sacro, ma talvolta viene abusato. Ultimamente sui social impazza il dibattito sul pre-batch e sul suo impatto sulla figura del barman. Alcuni ritengono che preparare una miscela in anticipo e versarla in un bicchiere possa sminuire l’importanza del barman. Personalmente, ritengo che ogni professionista debba adottare le pratiche che ritiene più efficaci, rispettando comunque la qualità e l’esperienza offerta ai clienti.

La realtà ci insegna che l’innovazione, se ben studiata e finalizzata a migliorare la qualità del servizio, è sempre utile. Non esiste una regola fissa, ma è importante trovare il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione.

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Ma cos’è il pre-batch

Il pre-batch è un mezzo che può essere utilizzato correttamente in base alle esigenze di ciascun locale. Non bisogna cadere né nell’estremismo conservatore né nel seguire acriticamente le mode del momento. Ognuno di noi è il re del proprio regno e il padrone di casa dei propri clienti. Il resto sono solo chiacchiere che non portano profitto al locale, ma forse un momento di vanità personale.

Il termine “pre-batch” è una combinazione delle parole inglesi “pre” (che significa “prima” o “anticipata”) e “batch” (termine utilizzato per indicare un insieme o un gruppo di elementi o processi che vengono eseguiti insieme). Esso deriva dall’inglese e indica un processo che avviene prima della fase di batch o di elaborazione. In generale, si riferisce a un insieme di attività o operazioni che vengono eseguite in anticipo rispetto all’elaborazione principale, al fine di preparare i dati o le risorse necessarie per il successivo processo batch.

Questo termine è spesso utilizzato nel contesto dell’elaborazione dei dati, come nelle procedure di caricamento dei dati, nella pre-elaborazione o nella pulizia dei dati, o nel calcolo preventivo di alcune metriche o risultati. Trattando di “pre-batch” nel mondo della miscelazione e dei cocktail ci si riferisce all’atto di preparare in anticipo grandi quantità di cocktail miscelati e conservarli pronti per essere serviti in seguito.

Questa pratica è diventata sempre più popolare negli ultimi anni nei bar e nei ristoranti, in quanto consente di risparmiare tempo durante il servizio e di mantenere una consistenza e un equilibrio nel gusto dei cocktail preparati.

Genesi, pratica e Tony

L’origine del termine “pre-batch” è attribuita alla comunità dei baristi e dei mixologi che hanno iniziato a utilizzare questa tecnica per semplificare e velocizzare il processo di preparazione dei cocktail. Non è possibile individuare con precisione la primissima volta in cui il termine “pre-batch” sia stato scritto, poiché l’evoluzione del linguaggio e delle tecnologie informatiche avviene in modo sfumato e graduale. Tuttavia, il termine “pre-batch” può essere associato al concetto di pre-elaborazione o pre-caricamento dei dati prima di un processo di elaborazione.

L’uso del termine “pre-batch” è comune nel contesto dell’elaborazione dei dati in informatica e può essere riscontrato in diverse fonti documentali, articoli specializzati o materiali di studio a partire dal XX secolo. Tuttavia, non è possibile individuare con esattezza la singola occorrenza in cui il termine sia stato utilizzato per la prima volta.

Il primo barman o locale ad utilizzare la tecnica della pre-batch per preparare cocktail è oggetto di dibattito. Un pioniere ampiamente riconosciuto è Tony Conigliaro, un famoso barman britannico che ha iniziato a utilizzare la pre-batch nel suo bar speakeasy chiamato “69 Colebrooke Row” a Londra.

Tony Conigliaro è noto per le sue tecniche innovative di mixology e la sua attenzione ai dettagli nella creazione di cocktail. Ha introdotto la pre-batch per aumentare l’efficienza nella preparazione dei cocktail e garantirne la coerenza in termini di sapore.
Il suo lavoro ha aperto la strada ad altri barman che hanno iniziato ad adottare questa tecnica.

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I vantaggi del pre-batch

E visto che si conoscono ormai le argomentazioni sui social dei detrattori a cui io non mi accoderò mai vediamo di analizzare degli ipotetici vantaggi:

  1.  Risparmio di tempo: Preparare in anticipo i drink permette di servirli più velocemente durante i momenti di maggiore affluenza, riducendo i tempi di attesa per i clienti.
  2. Consistenza: La preparazione in pre-batch assicura una maggiore uniformità nel gusto dei drink, poiché ogni drink viene preparato nella stessa quantità e con la stessa proporzione di ingredienti.
  3. Maggiore efficienza: Preparare i drink in anticipo permette di sfruttare al massimo le risorse del bar, come ad esempio gli shaker, i bicchieri e gli strumenti di miscelazione.
  4. Riduzione degli errori: Preparare i drink in pre-batch riduce il rischio di errori nella misurazione degli ingredienti o nel processo di miscelazione, garantendo una maggiore precisione nel gusto finale.
  5. Creatività: La preparazione in pre-batch permette agli operatori del bar di dedicare più tempo all’invenzione di nuove ricette e alla ricerca di nuovi ingredienti, sia per la creazione di cocktail classici che per la sperimentazione di nuove combinazioni di sapori.
  6. Riduzione degli sprechi: Preparare i drink in pre-batch aiuta a minimizzare gli sprechi di ingredienti, evitando di aprire bottiglie o confezioni solo per preparare un singolo drink.

In conclusione, la costruzione dei drink in pre-batch si rivela un’opzione vantaggiosa per i bar, in grado di ottimizzare l’efficienza, aumentare la qualità e l’uniformità del gusto dei cocktail e consentire una maggiore creatività nella creazione di nuovi drink.

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