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Cocktail e gangsta rap

E’ un po’ di tempo che ho in serbo, un articolo che lega la musica e la Bar Industry. Ma come fare? Come iniziare l’articolo? Saranno sette anni che io e mister X ci siamo ripromessi di parlare di musica e drink. Uno dei tanti progetti che – prima di appendere lo shaker e la penna al chiodo – metteremo nero su bianco, ve lo prometto. Il gancio me lo da un brano che stavo ascoltando qualche giorno fa.

Da buon psicopatico. con la canzone che gira in loop, ho cominciato a navigare in internet e nei miei ricordi. Detto, fatto; il 4 giugno è il gancio perfetto! Ma andiamo con ordine e facciamo un tuffo nel passato.

photo credit: Wassim Chouak @unsplash.com | IG @ynwasso

Hit'em up

Il 4 Giugno del 1996 negli States usciva Hit’Em Up, singolo scritto ed interpretato da 2 Pac Shakur e dalla sua crew, Tha Outlawz, destinato ad essere il più famoso brano dissing. A 27 anni di distanza, nel giorno dell’anniversario dell’uscita del singolo beef per antonomasia, quale occasione migliore per parlare di musica e alcol? Per gli ignari dell’argomento andiamo a spiegare alcuni termini che agevoleranno la lettura.

Dissindissing o beef – sta ad indicare in slang rapper un brano atto a diffamare ed offendere il rivale. Il termine Rap è l’acronimo di “Rhythm and Poetry”, termine coniato dal cantante Joe Tex. La musica Rap èa un genere dove il monologo su base sincopata è maggiore del cantato.
Si narra che la musica rap nacque a New York (east cost): gli Mc’s (master of ceremony, sinonimo di rapper) di New York non vedevano di buon occhio e sbeffeggiavano i cantanti della costa opposta (east cost), considerando loro e la loro musica di serie b. Se sapete fare con le dita west od est allora – come me – siete cresciuti a pane ed MTV e quello che sto scrivendo fila come le rime dei Wu-Tang-Clan.

Rap, hits, drinks

Con l’aiuto di MTV, intorno alla fine degli anni ottanta, il movimento e la cultura Rap riuscirono ad imporsi su tutto il globo terraqueo, sfornando hit ed artisti che oggi giorno sono delle vere e proprie icone pop. Qualcuno di voi ha visto l’intro dello scorso anno della finale NFL del Super Bowl? Se avete riconosciuto  “Still Dre” di Dr Dre sappiate che in passato c’è stato un mondo fatto di bar notturni, club, battaglie e faide, il tutto bagnato da distillati pregiati: un mix di cocktail, piombo, affari leciti e non leciti. Tutto meno glitterato di come appare oggi il mondo Rap. 

Dopo questa doverosa intro entriamo nel merito del gancio: la faida tra i rapper della costa orientale e quella occidentale ha origini ben più lontane del 1996, ma noi – come ho anticipato – fermiamo l’orologio al 4 giugno di quell’anno. Con “Hit’Em Up”  2 Pac ruppe definitivamente i rapporti (fino a poco tempo prima si dicevano buoni e fatti di stima reciproca) con Notorious B.I.G., insultando pesantemente lui e la sua crew, rei secondo l’MC della west coast, del tentativo di attentato avvenuto anni prima a NY ai suoi danni.

Volete una chicca? Il testo in origine non era dedicato a Notorius B.I.G.: nella traccia originale dell’intro c’è una pausa che doveva contenere il nome di un altro rapper divenuto molto famoso anche in Italia, reo di non avere avvisato 2 Pac del tentato omicidio, e ritenuto complice dallo stesso, se non uno dei mandanti. Da lì a qualche mese morirono assassinati sia 2 Pac che Notorius B.I.G. La storia – anche se molto cruda ed affascinante – non ci svela ancora nessun drink ne alcol ma soltanto un momento storico ben preciso, che a me e a molti appassionati del genere ha suscitato interesse al di fuori del lato musicale.
 
Vi è mai capitato di tradurre un testo rap? Una volta non c’era la tecnologia di oggi, si andava un po’ a tentoni, ma alla fine comunque il testo diventava chiaro e comprensibile (se siete abbastanza suscettibili e dei fini moralisti, non applicatevi con questa canzone). Se invece siete curiosi, traducete interamente il testo e andate poi a navigare nel web per capire lo stato d’animo della canzone. Buon divertimento.

Ma veniamo al dunque mie cari affezionati: senza nessuna pretesa di esperto musicale ne di sociologia, tralasciando lo sfondo torbido farcito di machismo, opulenza, illegalità e gangstar, il rap ed i rapper statunitensi furono i fondatori di un movimento musicale e culturale di riscatto sociale. Ovvio che a raccontare il disagio non si affrontano temi delicati né si utilizzano espressioni forbite. Ma forse fu proprio questo mix , mischiato a tecniche vocali, ritmi e campionature molto orecchiabili la chiave del successo.

E i cocktail? L’alcol? E cosa centra “Hit’Em Up”? Dovete sapere che era prassi per gli MC introdurre nelle loro strofe nomi di prodotti o ricette di cocktail con il duplice tentativo di legarsi ad un marchio e ricevere una sponsorizzazione, e di creare tormentoni che avrebbero accresciuto la loro fama; alla fine ciò che facciamo noi barman da sempre, sfido a trovare un collega che dica il contrario.

Uno dei pionieri di questo modo di concepire il legame cocktail-rap fu proprio 2 Pac. Ecco che adesso tutto torna. Iconica è la pubblicità del Mc con in mano una bottiglia di cognac Hennessy, che usava consumare liscio o diluito in Coca-Cola, come prassi in quegli anni.

Rap & alcol

Nel 1996 2 Pac usciva con la canzone Thug Passion, dove raccomandava di miscelare 1 parte di Alizzè passion e 1 parte di champagne Crystal. Con il passare del tempo capirete come la figura del rapper si sia evoluta, e con essa il suo legame a doppio filo con i potenti del Beverage.

Partiamo dagli albori:

  • St. Ides, un piccolo brand di birra al malto, è stato il primo a creare una campagna pubblicitaria attorno alla cultura hip hop. Agli inizi degli anni 90, il brand sceglie DJ Pooh, un produttore della West Coast, come creative director. Riuscendo a riunire Mc del genere come Notorious B.I.G., Eric B Rakim, Snoop Dogg, Wu-Tang Clan, Ice Cube, EPMD e altri, la campagna hip hop di St. Ides si chiude. Nonostante sia incredibilmente popolare, ha sollevato diversi problemi che non starò a raccontarvi.
  • Nel 1993 esce negli States “Gin and Juice “ di Snoop Dogg , prodotta da Dr Dre, che si piazza all’ ottavo posto della classifica Billboard Usa.
  • Nel 2002 Busta Rhymes pubblica Pass the Courvoisier e Pass the Courvoisier Part II (con Pharrell e Diddy). Poco dopo, le vendite del brand di cognac esplodono.
  • Nello stesso periodo Roc-A-Fella acquista Armadale Vodka e i rapper del gotha in quel momento iniziato a parlarne nei loro brani.
  • Nel 2006 finisce il matrimonio di Jay –Z e lo Champagne Crystal (iniziato qualche anno prima), dopo le dichiarazione del CEO della Maison alquanto inopportune, ed inizia una partership milionaria con Armand de Brignac, informalmente noto come Ace of Spades, suggellata nel video di Show Me What You Got. Lo champagne arriva a 300 dollari a bottiglia, nella sua versione più economica. Nel 2014 ne diventerà proprietario anche se le cifre dell’acquisizione della maison risultano ancora secretate.
  • P. Diddy chiude un accordo con Ciroc – vodka – diventandone manager e chief marketing officer del brand. L’operazione è curata dalla sua agenzia di marketing, Blue Flame. Lavora senza sosta per promuovere Ciroc. Grazie a lui, le vendite passano dalle 40 mila casse del 2007 agli 1,8 milioni del 2019.
  • Quando Bacardi lancia il cognac D’ussé, Jay-Z inizia a promuovere il brand in quanto partner. In quel periodo il rapper appare in diversi eventi privati di lancio del prodotto, presente anche nel backstage del tour con Justin Timberlake. La collaborazione va avanti nei tour On the Run e Magna Carter. Poi, nel dicembre 2013, Jay parla di D’ussè in Drunk in Love, un pezzo di Beyoncé, e altri artisti – come Drake e Lil Wayne, non legati direttamente al marchio – iniziano a fare lo stesso nei loro brani. Da allora l’azienda è cresciuta a un tasso annuo dell’80%.
  • Nel 2013 Nas annuncia un accordo promozionale con Hennessy, brand concorrente di D’ussé di cui parla dai tempi del debutto, avvenuto due decenni prima.
  • Nel frattempo, Nicki Minaj diventa co-proprietaria e portavoce di Myx Fusions Moscato, mentre E-40 lancia la Earl Stevens Selections, una linea di vini passiti di grande successo in California. Gli ultimi due prodotti hanno fatto decollare le vendite di moscato.
  • Nel 2016 Snoop associa la sua immagine al gin Tanqueray Ten rilanciando la sua hit. Di recente il rapper ha presentato il suo gin Indoggo pubblicizzato tra eventi e concerti.
  • Nel 2016 Drake lancia il Virginia Black Decadent American Whiskey. Nel giorno del debutto batte i record di vendite nell’Ontario e il whisky è ancora molto venduto grazie al richiamo nel brano.
  • Nel 2021 Travis Scott lancia la sua tonica sui mercati Statunitensi mentre Jay –Z cede il 50 % di Ace of Spade alla Maison LVMH Moët Hennessy, il gigante che si occupa di fashion e liquori. 

Se siete arrivati fino a qui, miei cari lettori, avrete compreso che in tre decenni abbondanti di rap, la storia ci narra di lunghe e profittevoli collaborazioni tra rapper e industria del beverage. Gli MC, come vi ho accennato all’inizio del racconto, hanno sempre nominato i loro drink preferiti nei brani, nell’intento di monetizzare al massimo, rendendo quel flow il flex definitivo (utilizzo termini che mi rendono un po’ gangsta), per fargli raggiungere l’Olimpo che sognavano quando scrivevano rime per le strade del loro quartiere. Tre decenni di evoluzione – dalla promo gratuita agli endorsement a pagamento, fino alla partnership e alla nascita di brand personalizzati.

Spero che questo articolo vi sia piacito e sulle note di Dear mama, vi do appuntamento al prossimo articolo ricordando uno dei mie cantanti preferiti.

 

Tupac Amaru Shakur, nato Lesane Parish Crooks, anche conosciuto con gli pseudonimi di 2Pac e Makaveli (New York, 16 giugno 1971 –Las Vegas 13 settembre 1996).

[aggiornamento]
Se ti ha incuriosito la vicenda legata ai due rapper ti consiglio vivamente di guardare il film City of Lies – L’ora della verità. Il film racconta la storia reale di Russell Poole, un detective che ha dedicato gran parte della propria vita a lavorare sugli omicidi dei rapper Tupac Shakur e Notorious B.I.G. Un impegno, il suo, così scomodo e appassionato che gli è costato addirittura la carriera. Il film non ci fornisce direttamente i colpevoli ma racconta senza troppi veli uno spaccato della citta degli Angeli. In un sistema giudiziario corrotto e un dipartimento della polizia allo sbando, colluso con la gang dell’etichetta Death Row. La pellicola è l’adattamento cinematografico del libro LAbyrinth, scritto da Randall Sullivan, che ripercorre l’omicidio di Notorious B.I.G. e l’omicidio di Tupac Shakur, seguendo le indagini del detective Russell Poole, aiutato dal giornalista Jack Jackson.

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