FOOD PAIRING

food pairing
food pairing: dall’inglese food (cibo) e pairing (accoppiamento) significa abbinamento di sapori o abbinamento alimentare.

Il food pairing è un concetto che si basa sull’idea di abbinare cibi e bevande in modo da creare una sinergia gustativa che esalta il sapore di entrambi gli elementi. Questo abbinamento può essere basato su principi complementari (come il contrasto di sapori dolci e salati) o su similitudini aromatiche.

Esistono diversi tipi di accostamenti cibo-drink che possono essere classificati in base alla relazione tra gli elementi:

  • Accostamento per assonanza: in questo caso si cercano cibi e bevande che condividono delle caratteristiche sensoriali simili, come ad esempio aromi o consistenze che si rincorrono e si rafforzano reciprocamente.
  • Accostamento per dissonanza: al contrario, in questo tipo di accostamento si cercano cibi e bevande che hanno caratteristiche sensoriali opposte, creando così un contrasto interessante e sfaccettato tra i diversi elementi.
  • Accostamento per complementarietà: si tratta di abbinamenti che si basano sulle diverse componenti aromatiche o gustative dei cibi e delle bevande in modo da creare una sensazione equilibrata e armoniosa.
  • Accostamento per contrasto: in questo caso si cercano cibi e bevande che presentano caratteristiche sensoriali nettamente differenziate, creando così un effetto di sorpresa e interesse sul palato.

Oltre a questi tipi di accostamento, esistono anche altre considerazioni da tenere in considerazione nel food pairing, come ad esempio l’importanza della consistenza e temperatura dei cibi e delle bevande, la provenienza e la storia degli ingredienti utilizzati e le preferenze personali dei commensali. Infine, è importante sperimentare e testare diverse combinazioni per scoprire nuove e interessanti sinergie gustative. Dopo aver dato la definizione di Food Pairing e dei vari metodi di abbinamento cibo-drink, permettetemi di introdurre sempre con il mio garbo e il mio modus operandi da scrittore da quattro soldi su dei concetti che fanno parte di quel che io amo definire il rovescio della medaglia, cioè la vita reale.

Con la definizione accademica e ben pettinata, tutto bene, non c’è che dire. Poi però bisogna fare i conti con la realtà. Ma cos’è la realtà? La realtà è quello che capita realmente, ma per motivi legati al consumismo e alla massificazione del gusto e delle idee, non vengono rivelati. La realtà, non quella delle piattaforme social, è ben altro, fatta di preconcetti cognitivi a livello di gusto, di zona comfort, di cibo spazzatura, di capacità di giudizio. Ma lo leggerete nei vari articoli sul blog. Non sono un burlone o un pessimista cronico. Cogito ergo sum. Un primate spero ben evoluto che scrive di gusto un pochino per deridere la miriade di cultori di questo fenomeno che prima o poi, come tutte le mode, sparirà. Certo ora direte “tu parli così perché non conosci il mondo degli abbinamenti“. Siete in errore, ma ci sta, non mi conoscete e sicuramente, come tutti gli esseri umani di questo secolo, se non vedete non credete. Blasfemi bestemmiatori del sacro rituale a dio Bacco, sono nove anni che abbino cibi a drink a bassa gradazione alcolica e tasso zuccherino misero. Non mi credete ancora? Fate un giro al locale dove lavoro. E allora mi direte perché questo astio verso il Pairing? Beh, non direi astio, semplicemente non mi riempio la bocca di neologismi anglosassoni e poco mi riguardano gli influssi governati dalle maggiori della distribuzione food and beverage.

Vi do dei numeri così capirete che non sono a digiuno dell’argomento. Il locale in cui lavoro ed occupo il ruolo di bartender, oste, padrone di casa, confessore, amico, ha un afflusso di circa novemila persone all’anno. Siamo piccoli e non siamo un cocktail bar, ma come cultura fuori dai confini, il bar è al servizio dei clienti mentre cenano o aspettano il tavolo. Detto ciò, mantengo una media di un drink a cliente. Non so se sia poco o tanto, ma di sicuro credo che il concetto di abbinamento cibo-drink sia radicato nella mia cultura e in quella imprenditoriale della proprietà del locale in cui lavoro. Io che non amo parlare di vicende private, riporto l’argomento all’articolo in questione, spostando l’attenzione sul concetto fondamentale che mi fa storcere un pochino il naso. Ovvero, applicare abbinamento cibo-drink o vino è una missione che poco centra con mode e influssi consumistici.

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