L'abito non fa il monaco
Credo fermamente che il dono più bello che abbiamo ricevuto sin dalla nascita sia la capacità cognitiva. È altrettanto corretto pensare che, attualmente come in passato, non tutti applichino appieno questa immensa risorsa che ci permette di vedere fatti e cose in maniera unica. Questo piccolo saggio nasce da innumerevoli riflessioni sviluppate nel corso degli anni in cui sono stato a contatto con numerose persone. Prosegue il mio viaggio letterario senza alcuna presunzione di giudizio, a testimonianza di quella figura innovativa che è il “barman pensante”, filosofo in cerca di risposte.
In questo viaggio della conoscenza, mi sono reso conto che spesso ci lasciamo distrarre da superficialità e banalità, dimenticando di sfruttare appieno la nostra incredibile mente. Abbiamo la possibilità di ragionare, analizzare, elaborare concetti e idee, ma spesso ci limitiamo ad accettare passivamente ciò che ci viene proposto senza cercare di indagare oltre.
Questa capacità cognitiva ci permette di comprendere il mondo che ci circonda in modo unico. Ci consente di vedere oltre le apparenze e di esplorare nuovi orizzonti. Ma spesso ci accontentiamo di ciò che è già noto, rinunciando alla curiosità e alla voglia di scoprire.
Sono convinto che, se tutti noi applicassimo appieno la nostra mente, potremmo raggiungere traguardi straordinari. Possiamo superare i confini dell’ignoto, creare nuove soluzioni e dare risposte innovative ai problemi che ci affliggono. Ma tutto ciò richiede impegno, disciplina e un costante stimolo intellettuale.
Il mio ruolo come barman pensante filosofo è quello di stimolare la riflessione e l’approfondimento, di spingere le persone a usare appieno il loro potenziale cognitivo. Sono stato formatore nel campo della miscelazione e ho sempre avuto il rammarico che nei programmi educativi non ci fossero lezioni tematiche con questi temi.
Sono un osservatore attento del mondo, sempre alla ricerca di nuove prospettive e idee. Ogni incontro con una persona è un’opportunità per imparare e condividere conoscenze.
Un invito
Non voglio giudicare o imporre la mia visione del mondo, ma desidero invitare tutti a riflettere e ad agire consapevolmente. Sfido ognuno a mettere in discussione le proprie convinzioni e ad aprire la mente a nuovi spunti. Solo così potremo arricchirci reciprocamente e scoprire l’immensa bellezza della nostra capacità cognitiva.
Nel corso degli anni, ho lavorato in ambienti lussuosi, modesti e informali. L’abilità di un professionista dietro un bancone o nel settore della ristorazione consiste nel capire al meglio le persone con cui ci si interfaccia. Il più grande errore è valutare una persona unicamente in base al suo aspetto, che sia in modo positivo o negativo. D’altro canto, ho sempre cercato di valutare i clienti per ciò che non dicono e per i comportamenti che adottano quando non si sentono a loro agio.
Perché valutare le persone? Non si potrebbe limitarsi a svolgere la propria professione di barman ed evitare qualsiasi contatto con i clienti? Forse sì, ma essendo empatico ho sviluppato una notevole capacità di dialogo per cercare di soddisfare al meglio il cliente e rendere la sua esperienza unica. Inoltre, chi lavora dietro il banco viene giudicato immediatamente dal suo modo di porsi e dal suo aspetto.
Quindi “l’abito fa il monaco?” di seguito andrò ad analizzare questo detto più che mai attuale.
Il concetto filosofico “l’abito non fa il monaco” è un detto che esprime la necessità di non giudicare o valutare le persone basandosi unicamente sulla loro apparenza esteriore. In un periodo storico come il nostro, in cui la libertà individuale è una prerogativa e la volontà di distinguersi dalla massa è sempre più diffusa, questa frase assume un’importanza ancora maggiore.
Nel mondo contemporaneo, dove tutto sembra essere accettato e dove l’accesso a una vasta gamma di abiti o oggetti di moda è alla portata di tutti, l’individuo tende a cercare oggetti o capi che possano identificarlo come parte di un determinato status sociale. Questo desiderio di appartenenza e l’ansia di non essere isolati dal gruppo sono comprensibili, poiché l’uomo è un essere sociale che cerca il senso di appartenenza e riconoscimento.
Tuttavia, paradossalmente, il desiderio di essere accettati come parte di una collettività si scontra con il bisogno di essere differenti per emergere e distinguersi dagli altri. Questa ambivalenza crea tensioni all’interno dell’individuo che cerca di bilanciare l’adesione al gruppo senza rinunciare alla propria individualità.
Per comprendere appieno l’attualità di questo detto, prendo a prestito mio ruolo da barman nella società contemporanea senza scomodare i clienti. Il barman è spesso visto come l’artista dietro il bancone, che prepara drink personalizzati e crea un’atmosfera unica nel suo locale. La sua personalità e il suo stile si riflettono nell’abbigliamento e nell’atteggiamento che adotta durante il lavoro. Tuttavia, nonostante l’apparenza esteriore, l’abilità e la competenza del barman nel mixare i drink e nel servire i clienti sono le vere qualità che ne fanno un bravissimo professionista.
Un concetto filosofico
Il concetto filosofico “l’abito non fa il monaco” si applica perfettamente in questo caso, poiché l’aspetto esteriore di chi come me svolge un lavoro da barman, sebbene possa avere un certo impatto sull’immagine del locale, non dovrebbe essere l’unico criterio per valutarne le competenze e le capacità professionali. La sua bravura nel preparare drink di alta qualità e la sua capacità di creare un ambiente accogliente e piacevole per i clienti sono ciò che veramente conta.
In un periodo storico in cui la voglia di essere differenti e di primeggiare è sempre più presente, il concetto filosofico “l’abito non fa il monaco” acquista un’importanza significativa. Essere se stessi e non giudicare gli altri in base all’aspetto esteriore è un insegnamento che rimane attuale e rilevante nella figura umana attuale, inclusa quella del barman, che deve essere valutato per le sue competenze e le sue abilità professionali più che per il suo stile o il suo look.
E fino a qui direi che ci siamo. Ma voglio mischiare bene il mazzo e stravolgere la partita cambiando ciò che non si addice al mio modo di pensare. Se fino a qui ho dimostrato che l’abito non fa il monaco, ora dimostrerò che invece l’abito fa il monaco eccome.
Affermare la propria identità attraverso il modo di vestire, significa scegliere i vestiti che rispecchiano la propria personalità e stile di vita. Ognuno di noi ha un “gusto” e un’immagine di sé diverse, e l’abbigliamento può essere un mezzo per esprimere e comunicare chi siamo.
Per affermare la propria identità nel modo di vestire è importante essere consapevoli di sé stessi, delle proprie preferenze e di come si vuole essere percepiti dagli altri. Ciò può significare scegliere colori, tessuti, modelli e stili che ci fanno sentire bene e che rispecchiano i nostri valori e interessi.
Inoltre, è importante essere autentici e non lasciarsi influenzare troppo dalla moda o dalle tendenze del momento. È possibile creare un proprio stile unico e individuale attraverso la combinazione di capi di abbigliamento e accessori che rispecchiano il nostro gusto personale.
Affermare la propria identità nel modo di vestire è una forma di espressione personale e può essere un modo per sentirsi più sicuri di sé stessi e per comunicare agli altri chi siamo veramente.
Quindi, possiamo dedurre che il professionista al bancone non dovrebbe valutare un cliente unicamente basandosi sul suo aspetto esteriore o sul modo di vestire, e viceversa. Possiamo anche definire che il modo in cui presentiamo la nostra immagine è un modo per esternare la nostra essenza in generale. Non si dovrebbe mai giudicare qualcuno basandosi solo sull’aspetto esteriore.
D’altra parte, dovremmo adottare il concetto di buon gusto per esprimere la nostra essenza attraverso i vestiti e le acconciature, senza però imporla in modo eccessivo o cadendo nel cattivo gusto.
Ma cosa significa avere buon gusto?
Il buon gusto è un concetto soggettivo, che varia da persona a persona e da cultura a cultura. Tuttavia, ci sono alcune linee guida generali che possono aiutare a sviluppare un buon gusto.
Innanzitutto, è importante essere consapevoli delle proprie preferenze e dei propri valori. Conoscere se stessi aiuta a fare scelte coerenti e autentiche, che sono parte integrante di un buon gusto. Ciò implica anche essere aperti alle diverse forme di bellezza e alle varie espressioni artistiche, senza essere giudicanti o stretti di vedute.
Un buon gusto implica anche un rispetto per la qualità e l’artigianato. Apprezzare oggetti fatti a mano, materiali di alta qualità e un’attenzione ai dettagli può contribuire a sviluppare una sensibilità estetica più raffinata e a distinguere tra ciò che è di qualità e ciò che non lo è.
Inoltre, il buon gusto si riflette anche nelle azioni e nel comportamento. Essere educati, cortesi e rispettosi degli altri è parte integrante di un buon gusto morale. Questo includere anche l’essere consapevoli dell’impatto delle nostre azioni sull’ambiente e sul benessere degli altri.
Promuovere un buon gusto non significa però diventare snob o elitisti. È importante ricordare che il buon gusto è un traguardo personale e che ogni individuo ha il diritto di esprimersi attraverso le proprie scelte estetiche e morali. L’importante è fare delle scelte che siano vere a se stessi e che rispecchino ciò che si ritiene essere bello e giusto.
In definitiva, avere buon gusto non è solo una questione di moda o di tendenza, che io ripudio con tutto me stesso, ma è un modo di vivere e guardare il mondo. Promuovere il buon gusto può contribuire ad arricchire la vita e a creare una cultura basata sulla bellezza e sulla moralità, migliorando così la qualità dell’esistenza di tutti.
Il buon gusto, nella vita ed anche nella miscelazione, riguarda la consapevolezza di se stessi, lo stile personale e non solo, la scelta di abiti che valorizzino la figura e riflettano la propria personalità. Il buon gusto nel comportarsi, nel vestire comprende anche la conoscenza di arti e mestieri, galateo e bon ton e la capacità di adattare il tutto al proprio stile senza esagerazioni o ostentazione nel rispetto di chi si interfaccia con noi.
In buona sostanza che tu sia un monaco, un barman come me, un cliente, il buon gusto nella vita, nel comportarsi, nel vestire consiste nel essere sempre adeguati all’occasione rispettando la propria personalità e chi ci sta di fronte.
“ Bisognerebbe avere il buon gusto di avere gusto”
Diego
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